TERZA LEZIONE : GLI AIUTI
- elenateresf
- 6 apr 2020
- Tempo di lettura: 10 min
Aggiornamento: 7 apr 2020

GLI AIUTI
Per aiuti si intendono tutte quelle azioni del corpo del cavaliere che consentono di dialogare con il cavallo.
Gli aiuti, dunque , sono le gambe, le mani e l’assetto ( di cui fa parte l’uso del peso del corpo).
Prima di andare a trattare punto per punto l’uso dei singoli aiuti nella varie situazioni e all’interno delle varie andature, è doveroso fare una distinzione terminologica ma anche pratica tra il concetto di posizione e quello di assetto.

esempio di ottimo allineamento delle sezioni del corpo in posizione seduta

( esempio di ottimo allineamento delle sezioni del corpo in posizione sollevata)
POSIZIONE:
quando si parla di posizione si fa riferimento alla modalità con cui disponiamo le parti del nostro corpo a cavallo.
Le posizioni sono due : seduta e sollevata ( la situazione intermedia del battere la sella non comporta cambiamenti di posizione rispetto a quella seduta, ma solo cambiamenti a livello di assetto)
ASSETTO:
quando si parla di assetto si intende la capacità di adeguare la posizione al movimento del cavallo in modo che vi sia un equilibrio isodinamico costante( per equilibrio isodinamico si intende che i corpi di cavallo e cavaliere devono arrivare a muoversi insieme e non in contrasto l’uno con l’altro).
Per acquisire un buon assetto è fondamentale arrivare ad essere consapevoli del movimento del cavallo e imparare a seguirlo nelle varie andature ( assetto passivo), prima di arrivare a poterlo condizionare (assetto attivo).
Vediamo nel dettaglio la posizione analizzando punto per punto le 6 sezioni del corpo chiamate in causa tanto nella posizione seduta che sollevata, per poi vedere nel dettaglio come cambiano le condizioni di assetto nelle varie andature e nelle due posizioni
ANALISI POSIZIONE:
- Gambe: la gamba deve essere posizionata sotto al tronco in modo da creare un allineamento malleolo/punta dell’anca/ punta della spalla tanto nella posizione seduta che in quella sollevata. ( se ci venisse tolto il cavallo da sotto dovremmo cadere in piedi ); interno coscia aderente alla sella ma non serrato; polpacci morbidamente aderenti; piedi paralleli
- Bacino: nella posizione seduta deve essere posizionato in modo tale da consentire di far posare in modo simmetrico i due ischi sulla sella e farla sfiorare dal coccige. Questa posizione è di leggera retroversione ed è l’unica che consenta il movimento al bacino.(vedi lezione centered riding). Natiche aderenti alla sella. Nella posizione sollevata a livello del bacino assistiamo ad una chiusura dell’angolo articolare dell’anca, che però non deve portare ad un eccessivo arretramento delle natiche, con conseguente sbilanciamento in avanti del busto
- Busto: deve essere verticale nella sua condizione di neutralità nella posizione seduta( perpendicolare all’asse orizzontale del cavallo) e leggermente proiettato in avanti nella posizione sollevata, ma senza esagerare.
- Spalle : aperte( scapole piatte, sterno in fuori), parallele nella posizione seduta e sollevata
- Testa/collo: devono essere perfettamente allineati , grazie al mento alto; questo per consentire mobilità all’articolazione atlante -epistrofeo( condizione che consente di mantenere la mobilità del bacino, perchè esiste una correlazione diretta tra le due articolazioni; e consente di poter direzionare chiaramente la testa e dunque lo sguardo nel senso delle traiettorie)
- Braccia/mani: gomiti lungo il corpo leggermente piegati, polsi diritti, pungi verticali e allineati, dita chiuse ma non serrate. Le mani devono in via generale restare basse, appena sopra il garrese, davanti all’arcione della sella

(esempio di ottimo assetto al galoppo riunito: il baricentro del cavaliere si sposta indietro aiutando il cavallo a caricare peso sul posteriore)
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ANALISI ASSETTO
Analizziamo adesso l’assetto andatura per andatura nelle due posizioni.
Assetto al passo: al passo la gamba deve restare passiva , il bacino deve poter seguire il movimento della schiena attraverso la mobilità degli ischi ( quello che si percepisce è un movimento circolare, alternato, all’indietro dei due ischi, che seguono e percepiscono l’alternanza del movimento dei femori del cavallo). Ingrandendo o rimpicciolendo tale movimento si può ampliare o raccorciare il passo; le mani devono seguire la bascula dell’incollature attraverso l’elasticità dei gomiti; le spalle restano ferme e il busto verticale ( nessuna oscillazione)
Assetto al trotto : nel trotto leggero o sollevato le gambe restano sotto di noi ma la cosa più importante è la discesa dell’inforcatura che permette di scaricare il peso verso il basso, e consente di abbassare il baricentro, rendendo l’equilibrio più stabile e permettendo di seguire meglio il movimento. Per far scendere l’inforcatura bisogna pensare di inginocchiarsi nella sella lasciando che le articolazioni di anca, ginocchio e caviglia si pieghino una sull’altra( è fondamentale per questo avere una caviglia morbida e passiva). Nella posizione seduta la gamba resta sotto di noi e , pur scaricando il peso sulle natiche, è necessario conservare la discesa dell’inforcatura.
Nella posizione sollevata l’articolazione dell’anca si chiude ritmicamente seguendo e assorbendo, insieme a ginocchio e caviglia, la spinta che arriva dal basso verso l’alto generata dal tempo di sospensione tra un diagonale e l’altro. Battendo la sella il bacino invece si apre in avanti ogni volta che le natiche si sollevano dalla sella e si richiude quando le natiche posano sulla sella. Nel trotto seduto il bacino segue ritmicamente la spinta dal basso verso l’alto con piccoli movimenti di apertura e chiusura dell’angolo articolare dell’anca grazie ad una azione ritmica di contrazione e rilascio dei muscoli addominali bassi , mantenendo le natiche aderenti alla sella . L’azione del bacino è pari, simmetrica, essendo il trotto una andatura simmetrica. Come detto per il passo, ingrandendo o rimpicciolendo questo movimento del bacino si può condizionare la falcata del cavallo in modo corrispondente.
Il busto , nella posizione seduta è verticale , o leggermente arretrato nelle andature riunite e leggermente avanti in quelle medie o allungate, per assecondare lo spostamento indietro o avanti del baricentro del cavallo. Verticale battendo la sella. Avanti ( senza esagerare)nella posizione sollevata.
Le braccia e le spalle ferme
Assetto al galoppo: per la gamba vale ciò che si è detto per il trotto. Per quel che riguarda il bacino in posizione seduta, c’è da notare come, essendo il galoppo una andatura asimmetrica, anche il movimento del bacino/ischi risulterà asimmetrico. Avanza di più l’ischio e si apre di più l’anca corrispondente alla spalla e il posteriore interno del cavallo che faranno più strada di quelli esterni. Il movimento del bacino al galoppo deve seguire perfettamente le fasi della falcata, disegnando un movimento ad onda in cui la massima apertura dell’articolazione delle anche corrisponde al tempo di sospensione e precede immediatamente la chiusura dell’articolazione che dà il via ad una nuova falcata. Come detto per passo e trotto, la grandezza del movimento del bacino è funzionale a condizionare la grandezza della falcata.
Per il busto vale ciò che si è detto per il trotto.
Le braccia, come nel passo, seguiranno la bascula dell’incollatura attraverso l’elasticità del gomito.
Le spalle ferme.

(assetto al trotto riunito con leggero arretramento del busto funzionale all'arretramento del baricentro)
A questo punto, chiarito bene cosa si intende per assetto e come funziona nel suo essere aiuto fondamentale, andiamo a considerare gli aiuti di mano, gamba e peso nel dettaglio, specificando prima quelle che sono le 4 caratteristiche che rendono gli aiuti funzionali e corretti.
Gli aiuti devono essere indipendenti, coordinati, in un corretto tempismo e in una giusta intensità:
1. Indipendenza: gli aiuti, per essere efficaci e corretti, devono essere indipendenti. Vale a dire che ogni parte del corpo deve poter agire in modo indipendente dalle altre. Questo è il risultato di molta pratica fatta mantenendo alta l’attenzione sul proprio corpo attraverso l’autocontrollo
2. Coordinazione: gli aiuti non agiscono mai uno per volta. Una corretta comunicazione necessita sempre l’azione simultanea di più aiuti che devono risultare correttamente coordinati per essere compresi al meglio ed ottenere così più efficacia possibile.
3. Tempismo: sempre nell’ottica di ricercare la massima efficacia con il minimo sforzo gioca un ruolo fondamentale il tempismo. Si intende la velocità di reazione del cavaliere nello scegliere ed applicare gli aiuti corretti nel momento opportuno ( la tendenza deve essere quella ad affinare sensibilità e velocità al punto da arrivare a precedere il cavallo)
4. Intensità: per intensità si intende la capacità di applicare l’aiuto necessario con una intensità corretta e proporzionata alla rispondenza del cavallo ( più un cavallo è sensibile e rispondente più l’intensità degli aiuti dovrà tendere al grado minimo; ma anche nel caso di cavalli poco rispondenti, l’intensità dell’azione dovrà essere alzata e anche di molto solo per il brevissimo tempo necessario ad ottenere la reazione da parte del cavallo e poi tornare alla passività. Questo per indurre il cavallo a diventare sempre più reattivo e poter tendere al grado minimo di intensità, che è il punto di arrivo dell’addestramento).
Nella gestione dell’intensità farsi sempre guidare dal concetto per cui applicare una pressione significa ricercare da parte del cavallo una cessione a quella pressione. Non appena il cavallo cede alla pressione, anche il cavaliere dovrà cedere immediatamente (tempismo) per ottenere un cavallo sensibile, volenteroso e rispondente.

(ottimo assetto e posizione al galoppo medio)
Passiamo ora a descrivere le principale azioni e gli effetti prodotti dagli aiuti di gamba, mano, assetto ( busto, peso)
GAMBE:
Le azioni delle gambe sono deputate alla gestione del movimento in avanti ( transizioni in avanti) e alla gestione del posteriore ( contenimento e spostamento).
Inoltre il modo in cui agiscono le gambe sono: per pressione e per posizione ((modalità che nella maggior parte dei casi vanno associate.)
La gamba in generale deve saper rimanere passiva ed imparare ad agire in modo rapido e tempistico nel momento in cui serve per poi tornare passiva o ad uno stato di minima intensità. Solo così si potrà avere un cavallo reattivo, rispondente e che rimane tale nel tempo.
- Transizioni in avanti: ciò che si cerca è un cavallo ben rispondente in avanti alla minima azione di pressione della gamba. E’ importante per questo, in fase di addestramento, fare una chiara lezione alla gamba. La strada da seguire è minima azione/ massima reazione. In caso contrario alzare l’intensità dell’azione per un attimo per ottenere una reazione più franca e poi tornare ad azione minima. Generalmente la gamba propulsiva non va arretrata, se non leggermente nella transizione al galoppo (quella esterna)
- Gestione del posteriore: questa è la cosiddetta azione della gamba isolata che può contenere posteriore corrispondente che sbanda o si disimpegna ( va arretrata leggermente rispetto alla posizione neutra appena dietro alla cinghia; è l’azione che si fa normalmente per richiamare sotto la massa un posteriore o riposizionare un posteriore che sbanda all’esterno) o spostare il treno posteriore nella direzione opposta alla gamba agente ( va arretrata molto ; è l’azione che si fa per chiedere una controspalla, una groppa in dentro o una cessione delle anche nel circolo).

(evidente azione del cedere della mano interna )
MANI:
La azioni delle mani, in associazione al busto, sono deputate alla gestione del contenimento del cavallo( transizioni discendenti) e, alla gestione del treno anteriore, vale a dire spalle, incollatura, nuca ( contenimento, spostamento delle spalle; creazione e gestione flessione incollatura/nuca)
Le principali azioni delle mani sono : restare passive, cedere, resistere, generare la flessione, contenere la flessione , spostare le spalle, decontrarre le ganasce.
- Passività: la mano, quando non le è richiesta una azione, è passiva. Si limita a ricevere e sostenere l’appoggio proposto dal cavallo. In questo deve essere in grado di seguire l’incollatura e non ostacolare il movimento in avanti nelle varie andature
- Cedere: là dove richiesto, la mano deve saper cedere, allentando la presa del pugno, fino a spostarsi in avanti verso la bocca. Questo a seguito di una zione di resistenza a cui il cavallo ha reagito cedendo o quando si senta la necessità di far passare per un attimo più decisamente in avanti il movimento o liberare la spalla corrispondente alla mano che cede
- Resistere: è una zione di contenimento fatta dal pugno, ma spesso coadiuvata dal busto che arretra leggermente. E’ da utilizzarsi nelle transizioni discendenti o mezze fermate o nel caso di resistenza all’azione della mano da parte del cavallo, da associare ad una zione di decontrazione. L’azione del resistere può essere di ambo le mani o di una sola, a seconda dell’occorrenza.
- Generare la flessione: in questo caso la mano agisce come appendice del busto, come se fosse attaccata direttamente alla spalla. Il busto ha una leggera rotazione, la spalla interna alla flessione arretra e si apre generando la richiesta, quella esterna avanza leggermente lasciando spazio perché la flessione si generi. ( si parlerà più specificatamente della flessione e degli effetti di redine nel capitolo sulla decontrazione)
- Contenere la flessione: è l’azione di compensazione della mano esterna, sempre in associazione al busto
- Spostare le spalle: azione simultanea di spostamento laterale delle due mani su un piano orizzontale, che deve durare non altre il tempo di reazione da parte del cavallo
- Decontrarre le ganasce: è una zione delegate esclusivamente alle dita, con le mani ferme , che devono agire in dono da far vibrare le redii e generare una sorta di massaggio da parte dell’imboccatura sulle commessure labiali. Questo indice la masticazione e quindi la decontrazione del massetere
N.B. PRECISAZIONE IMPORTANTE: L'azione simultanea della gamba che chiede di avanzare e di una mano che resta passiva senza cedere o che addirittura resiste, è un' azione molto complicata che richiede una grandissima sensibilità, propria di un cavaliere molto esperto. E' un' azione che induce a ottenere un grande ingaggio, porta la schiena del cavallo ad alzarsi molto, e richiede una enorme disponibilità del cavallo a cedere alla nuca, e quindi è un'azione da applicare su un cavallo con un alto grado di addestramento e un fisico molto allenato.
In via generale , per cavalieri di poca o media esperienza e per cavalli giovani o con un grado di addestramento/allenamento non ancora elevatissimo, va seguita la massima del generale L'Hotte " mano senza gamba, gamba senza mano", che significa cedere con la mano quando si utilizzano gli aiuti propulsivi in una transizione ascendente, e interrompere l'azione della gamba quando si usano gli aiuti di contenimento nelle transizioni discendenti( o nella mezza fermata).

(ottimo esempio di assetto propulsivo al trotto riunito e di peso traente esterno; spalla interna che arretra e si apre e spalla esterna che avanza per creare flessione nella spalla in dentro; gamba interna leggermente arretrata per contenere il posteriore sulla pista nella spalla in dentro e ingaggiarlo sotto la massa)
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ASSETTO (BUSTO E PESO)
L’azione del corpo nella comunicazione con il cavallo è di capitale importanza e deve arrivare sempre un attimo prima degli aiuti periferici (gambe e mani).
Abbiamo già visto come le modificazioni dell’assetto abbiamo un effetto immediato sull’andatura del cavallo.
Ingrandire il movimento del bacino o rimpicciolirlo ha un effetto corrispondente sulla falcata.
La rotazione del busto, a partire dal proprio centro ( immaginando di avere un terzo occhio all’ombelico) è l’aiuto fondamentale per dare la direzione al cavallo, al punto da poter arrivare a non utilizzare più le mani per dare la direzione ( questo l’obiettivo da ricercare).
Chiedere delle transizioni ascendenti pensando di diventare più leggeri in sella e spingendo il bacino in avanti , con uno scivolamento degli ischi e un rilassamento dei muscoli addominali, può arrivare addirittura a sostituire la gamba.
Chiedere le transizioni discendenti arretrando il baricentro e aumentando il peso nella sella ( senza dimenticare di tirare e allungare il busto) può arrivare a sostituire l’azione della mano.
E se anche queste azioni di assetto non arrivano a sostituire del tutto gli aiuti periferici, è importante far partire le richieste sempre prima dall’assetto, saranno un validissimo coadiuvante agli aiuti periferici e porteranno ad un affetto importante nel migliorare l’equilibrio del cavallo.
Nel caso, poi ,degli spostamenti laterali, l’aiuto del peso diventa di capitale importanza.
Questo effetto del peso si chiama PESO TRAENTE.
Lo spostamento del peso induce il cavallo a spostare la sua base di appoggio nella direzione indicata dal peso.
Questo aiuto è da utilizzare solo in presenza di confermato equilibrio e buon assetto.
Le variazioni del peso devono essere minime, non portare mai a sbilanciare il cavaliere ( questo sbilancerebbe il cavallo) e deve avvenire attraverso il bacino , abbassando e aprendo l’anca, non attraverso il busto o le spalle.
Da tutte le considerazioni che abbiamo fatto, possiamo ben capire come sia importante inserire una attenta riflessione sull’uso degli aiuti prima di continuare la trattazione della scaletta del training,
E vorrei concludere con due frasi del Dott Gerd Heuschmann ( Alla ricerca dell’equilibrio – edizioni equitare)
“Prima che il cavaliere possa dare forma al cavallo, deve dare forma a se stesso”
“ Solo quando si è stabilito l’equilibrio tra cavallo e cavaliere e il cavallo si concede al cavaliere, si può agire sui movimenti e sull’equilibrio del cavallo”.

(pessimo assetto di spinta - scorretto- con busto iperarretrato, perdita totale dell'allineamento, gamba che scappa avanti, mani che tirano. Gli effetti sul cavallo sono evidenti)
Finalmente qualcosa di semplice preciso da capire come fosse step by step. Grande 👍