SESTA LEZIONE: LA DECONTRAZIONE
- elenateresf
- 29 apr 2020
- Tempo di lettura: 14 min
Aggiornamento: 5 mag 2020

PARTE SECONDA: GLI ESERCIZI DI AMMORBIDIMENTO DI BASE UTILI A OTTENERE UNO STRETCHING CORRETTO
Come anticipato nella quinta lezione, che introduceva il corposo capitolo della decontrazione ( secondo punto della scaletta del training) , un momento fondamentale del lavoro di decontrazione è l’esecuzione di uno stretching corretto.
Ossia la possibilità / capacità di indurre il cavallo a eseguire una corretta estensione / distensione dell’incollatura, fino al lavoro con il cavallo basso e rotondo.
Riportiamo le caratteristiche di un corretto lavoro in stretching:
estensione / distensione della incollatura verso l’avanti/basso, senza aumento dell’appoggio e senza modificazione della qualità dell’andatura e della correttezza del ritmo e dell’equilibrio.
( il cavallo non deve precipitare sulle spalle, affrettando e pesando sulla mano, indici di una distensione scorretta).
Questa condizione va preparata e generata con un corretto lavoro di ammorbidimento e sviluppo dell’equilibrio, da eseguire con un rispetto rigoroso del ritmo ( esercizi di ammorbidimento da scegliere adeguatamente a seconda della morfologia e delle fase di addestramento).

In questa lezione parleremo degli esercizi di ammorbidimento di base che consentono di creare le condizioni per l’esecuzione di un lavoro in stretching secondo le caratteristiche sopra elencate.
Parlando in generale ( e ricordando che ogni cavallo ha delle specifiche esigenze legate alla sua morfologia, al suo livello di addestramento/allenamento e alla sua storia personale), la strada verso una corretta preparazione allo stretching è fatta da un oculato mixing di alcuni esercizi di ammorbidimento longitudinale e laterale.
Citeremo quelli più semplici, che possono dare dei buoni risultati anche ad un livello di addestramento piuttosto elementare.

Li elenchiamo di seguito:
Longitudinali:
- transizioni semplici tra andature contigue
-piccole variazioni di ampiezza all’interno della stessa andatura
- lavoro su barriere e cavalletti
- lavoro alla longe con il supporto di sistemi abbassatesta
Laterali :
- circoli
- cessione alla gamba ( zig/zag di cessioni)
- spalla avanti / controspalla avanti
- mobilizzazione delle spalle e delle anche nel circolo
- cessione alla gamba nel circolo
- otto
- serpentine
Cercheremo di spiegare, in questa lezione, quali sono le ragioni biomeccaniche che spiegano perché questi esercizi creano e sviluppano le condizioni per un corretto e proficuo stretching, cioè vedremo quali parti anatomiche del cavallo ( a livello dell’apparato muscoloscheletrico) vengo attivate e ginnasticate e in che modo inducono le reazioni posturali che si vanno cercando.

Prima di entrare nel dettaglio dei vari esercizi e di come “ lavorano” a livello biomeccanico, due importanti premesse:
- È importante e necessario alternare correttamente esercizi di ammorbidimento laterale con quelli longitudinali per conservare l’attività e sviluppare contemporaneamente flessibilità e spinta; oltre che scegliere accuratamente il dosaggio e l’ordine di priorità dei vari esercizi a seconda delle esigenze di ogni cavallo
- E’ necessario, per la corretta esecuzione degli esercizi, che cavallo e cavaliere conoscano:
1. La capacità di appoggio per il cavallo e di gestione corretta del contatto per il cavaliere
2. l’azione della gamba isolata
3. la flessione ( laterale, diretta, l’incurvazione)
Vediamo un attimo nel dettaglio questi tre punti :
1. Il contatto / appoggio: “ l’appoggio è la relazione tra la bocca del cavallo e la mano del cavaliere; nell’eccesso di appoggio sull’imboccatura il cavallo ricerca il supporto della mano del cavaliere utilizzandolo con quinta gamba. Un eccesso di appoggio ha delle conseguenze nefaste sull’equilibrio e sulla qualità del contatto”( Echelle de progression)”
“ il contatto è il rapporto che si crea con la bocca del cavallo nel momento in cui il cavaliere sostiene l’appoggio. La qualità di un buon contatto sono: una relazione dal dietro in avanti stabile e confidente; la simmetria e la morbidezza. Il buon contatto risulta dalla spinta dei posteriori che passa attraverso il dorso e la nuca. Si esprime attraverso la rotondità….Il cavaliere deve poter dosare volontariamente l’intensità del contatto…”
( echelle de progressione).
Da queste definizioni comprendiamo che , per poter lavorare correttamente, il cavallo deve sapersi portare sulla mano con confidenza spingendo da dietro verso l’avanti e il cavaliere deve avere una buona dose di sensibilità per poter seguire con la mano le esigenze dell’incollatura, sapendo seguire la bascula e sapendo cedere e resistere; e deve essere in grado di fare azioni di decontrazione sulle commessure labiali, in modo da far masticare il cavallo, consentendo la decontrazione dei masseteri
( concetti che si vedranno meglio nel capitolo sul contatto – terzo punto della scaletta del training).
2 .azione della gamba isolata : “ la gamba che agisce isolatamente , arretrata rispetto alla sua posizione abituale. Ha per effetto di spostare le anche dal lato opposto. Si utilizza nella mobilizzazione delle anche nel circolo, nella cessione alla gamba, nella controspalla in dentro, nel travers e nel renvers” ( echelle de progression )
Dalla definizione di gamba isolata si può comprendere la sua necessità per l’esecuzione degli esercizi di ammorbidimento laterale di cui andremo a parlare tra poco.
3. la flessione : differenza tra flessione laterale ( o piazzamento), flessione diretta e incurvazione:
“ La flessione laterale o piego è la flessione laterale dell’incollatura corrispondente all’incurvazione sui circoli o nei movimenti laterali. Quando si limita alla sola nuca, si parla di leggero piego alla nuca o piazzamento….La flessione diretta è un ammorbidimento localizzato della nuca …. L’incurvazione è la flessione laterale dell’intero rachide del cavallo ottenuta dagli aiuti del cavaliere e deve corrispondere alla curva eseguita. L’incurvazione corretta permette al cavallo di non scappare con il posteriore o con le spalle . L’eccesso di piego è un errore che riguarda l’incurvazione. La postura del cavaliere deve corrispondere a quella del cavallo tanto nelle linee curve che nel lavoro su due piste” ( echelle de progression)
Possiamo ben comprendere, da queste definizioni, come sia necessario poter padroneggiare la gestione di flessione e incurvazione per eseguire correttamente gli esercizi di ammorbidimento, in modo da poter affrontare le linee curve con il cavallo che assume la forma della linea seguita dalla testa alla coda, rimanendo “ dritto nel circolo” , ossia con gli arti posteriori che spingono allineati agli arti anteriori ,potendo così affrontare le curve in equilibrio. Errori di incurvazione sono l’eccesso di flessione all’incollatura , spalle o anche che scappano, facendo perdere l’allineamento.
Vale altrettanto per il lavoro su due piste, così come risulta indispensabile la capacità di ottenere una flessione diretta della nuca corretta nel corso di tutto il lavoro. ( N. B. la flessione diretta della nuca agisce sull’articolazione atlante epistrofeo, è presupposto per la gestione del posizionamento dell’incollatura . Una scorretta flessione diretta che viri nell’iperflessione porta con sé dei rischi reali per l’integrità fisica del cavallo “ soprattutto se praticata in stato di contrazione, con una incollatura troppo alta e per un tempo troppo lungo” – l’echelle de progression).
Passiamo ora alla trattazione e relativa descrizione dei singoli esercizi di ammorbidimento, e di come agiscano a livello biomeccanico:
a.AMMORBIDIMENTI LONGITUDINALI:

1.Le transizioni: “ consistono nel passaggio da una andatura all’altra, e nella variazione di ampiezza all’interno della stessa andatura: cadenza ed energia devono restare inalterate fino al momento in cui l’andatura o l’ampiezza cambiano. Le transizioni devono essere chiaramente marcate. Il cavallo deve conservare lo stesso ritmo, la stessa cadenza e la stessa attività nelle transizioni discendenti durante il rallentamento. Il cavallo deve adattare la sua attitudine ( vedi la definizione di attitudine) in funzione della variazione di ampiezza dell’andatura, in modo appena accennato al trotto e al galoppo, in maniera più marcata al passo.
In tutte le transizioni, il cavallo deve conservare la correttezza dell’andatura
( lo schema motorio), l’elasticità, la permeabilità agli aiuti, l’equilibrio, la rettitudine. Fondamentali delle transizioni: accettazione degli aiuti e della mezza fermata; mantenimento di ritmo e cadenza; la qualità dell’andatura, prima e dopo la transizione; la precisione dell’esecuzione” ( echelle de progression)
( Attitudine “ la postura che prende la silhouette del cavallo , in particolare la linea superiore, ….valutata di profilo, prende in considerazione il grado di ingaggio dei posteriori, e l’orientamento di insieme dorso-incollatura-testa. Nelle andature ampie , l’attitudine è più orizzontale. In quelle riunite è più verticale.” – echelle de progression; un ruolo fondamentale nella determinazione dell’attitudine è giocato dal piazzamento della nuca – chiusura/apertura angolo teta collo - e dal posizionamento dell’incollatura)
Le transizioni permettono di coltivare la disponibilità e la mobilità del cavallo. E’ necessario vegliare sulla posizione della nuca ( segno di accettazione o meno della richiesta e del grado di ammorbidimento raggiunto) e della cadenza.
La transizioni vanno richieste all’ottanta percento con l’assetto: quelle discendenti con il busto più che con le mani e quelle montanti con l’azione del bacino supportate da una azione minima e rapida della gamba.( la posizione deve prevedere l’azione)
Per cavalieri inesperti e cavalli giovani è fondamentale seguire il principio “mano senza gamba, gamba senza mano “( Generale L’Hotte).
“ evitando di utilizzare simultaneamente mani e gambe, il cavallo comprende più chiaramente ciò che si vuole da lui e il cavaliere è obbligato ad una maggiore precisione nell’impego degli aiuti” ( Francois Baucher).
Le transizioni sono esercizi di grande utilità anche nell’educazione del cavaliere: stimolano e sviluppano indipendenza e coordinazione degli aiuti, oltre che la sensibilità rispetto alle reazioni del cavallo
Le transizioni permettono di :
- rendere il cavallo più attento agli aiuti
- di ammorbidire il dorso
- facilitano l’ingaggio del posteriore ( variazioni di ampiezza)
- facilitano l’attività delle anche
A livello biomeccanico, dunque, le transizioni ben eseguite permettono un lavoro di ammorbidimento su articolazione lombosacrale, coxofemorale e atlante epistrofeo.
A livello di esercizi di ammorbidimento longitudinale di base, funzionali alla preparazione dello stretching, ci limitiamo a considerare le transizioni contigue e le piccole variazioni di ampiezza.
Più avanti entreremo più nel dettaglio del lavoro di ammorbidimento, andando a vedere nello specifico tutti gli esercizi che lo compongono, riconsiderando anche la complessità del lavoro sulle transizioni.
2. Lavoro sulle barriere:

Come esercizio di ammorbidimento longitudinale favorevole allo stretching possiamo citare il lavoro sulle barriere, soprattutto alla longe ( assenza di peso) sul dritto e nel circolo.
La mobilità che genera sulle articolazioni conxofemorale, lomboscarale e l’ingaggio che stimolano , consente una contrazione dei muscoli addominali che favorisce l’innalzamento della schiena e l’abbassamento dell’incollatura.
L’intervallo regolare proposto dalle barriere, invita ad una falcata regolare, cadenzata e dunque all’equilibrio.
Vanno utilizzate con cavalli educati a rispondere ai codici nel lavoro da terra, in grado di mantenere un circolo in equilibrio e di eseguire correttamente transizioni
3. Attrezzi abbassatesta:
Possono, in taluni casi, aiutare a sviluppare la reazione verso la distensione .
Da utilizzare nel lavoro alla longe, devono agire nella logica di non forzare una posizione dell’incollatura, ma invitare all’allungamento e abbassamento, lasciando al cavallo la possibilità di rispondere quanto e quando ne è in grado fisicamente.
Tutto ciò che, invece, impone forzatamente una posizione, non può che generare contrazioni muscolari dannose e perdite di equilibrio, cioè tutto il contrario della decontrazione che si sta ricercando.
Attrezzi d’elezione a questo riguardo il gog e lo chambon.
E’ importante dire che l’utilizzo di attrezzi abbassatesta è particolarmente indicato per cavalli con problemi ortopedici alla colonna o cavalli con una morfologia che li porti ad avere una posizione dell’incollatura naturalmente troppo rilevata e un dorso insellatO.
b.AMORBIDIMENTI LATERALI:
“ la difficoltà dell’addestramento è la mobilizzazione del cavallo, una ginnastica che deve essere fatta con metodo, senza fretta, perché se non viene praticata in questo modo, no si possono ottenere risultati” ( Nuno Oliveira)
1. Circoli:

E’ attraverso il lavoro di incurvazione che si sviluppa la decontrazione laterale dei muscoli del cavallo , attraverso l’allungamento dei muscoli esterni all’incurvazione. Al contempo, il lavoro di incurvazione conduce a simmetrizzare il cavallo ( che invece naturalmente si presenta sempre più incurvato da un lato) e quindi sviluppa la rettitudine, condizione imprescindibile per una corretta spinta dei posteriori e per l’equilibrio.
Il circolo è l’esercizio più semplice per lavorare sullo stretching laterale dei muscoli e per lavorare il “ raddrizzamento” del cavallo.
In un corretto lavoro sul circolo, il cavallo deve presentarsi “ dritto nel circolo”: ossia essere incurvato dalla testa alla coda assumendo la forma della linea dell’avanzamento corrispondente alla dimensione del circolo eseguito; in questo modo potrà allineare i posteriori agli anteriori, stimolando la spinta dei posteriori sotto la massa e generando equilibrio.
“ Su un circolo, vigilate affinchè il cavallo non pesi sulla spalla interna. E’ necessario che le vostre natiche abbiano lo stesso contatto . Sul circolo , restate nell’asse del cavallo: la spalla esterna avanza, quella interna arretra e si apre” ( Nuno Oliveira)
Per eseguire correttamente un circolo, è necessario che :
- il cavaliere disponga il suo corpo nella stessa posizione che desidera ottenere dal cavallo, generando la flessione a partire dal busto ( dal proprio centro), arretrando leggermente la spalla interna e avanzando leggermente l’esterna; -le mani parallele che non si separano;
- il peso correttamente distribuito sulle due natiche ; le anche che seguono la linea curva disegnata;
- l’azione della gamba alla cinghia per invitare il cavallo a ingaggiare il posteriore interno sotto la massa, stimolando l’incurvazione e invitando il cavallo a portasi sulla redine esterna alleggerendo la spalla interna;
- la gamba esterna di contenimento solo nel caso derapino le anche.
- lo sguardo sulla linea dell’avanzamento in mezzo alle orecchie del cavallo.
Errori nell’esecuzione di un circolo:

- un eccesso di flessione, che porta ,come conseguenza ,le spalle derapano verso l’esterno.
- Mancanza di flessione o flessione esterna ( a meno che sia volutamente richiesta)
- un eccesso nell’uso della gamba interna che porta il posteriore a derapare ( a meno che si stia agendo volontariamente con la gamba interna isolata per chiedere una mobilizzazione della anche nel circolo)
- Assenza di uso della gamba interna ( il cavallo cade sulla spalla interna e perde l’incurvazioe)
- Incapacità di portare il proprio corpo nella linea dell’avanzamento
- Sbilanciamento del peso verso l’interno o l’esterno del circolo
“ Il lavoro sul circolo fornisce al cavaliere il modo di regolare il movimento del posteriore interno, di impedire che derapi lateralmente e di ingaggiare il posteriore sotto la massa” ( Generale Decarpentry).

Questo lavoro sull’ingaggio del posteriore , associato all’azione di stiramento dei muscoli laterali esterni , lo rendono un ottimo esercizio di ammorbidimento laterale di base.
Il circolo permette di far lavorare l’articolazione coxo femorale interna, stimolando il lavoro del muscolo ileo-psoas, che consente di generare una contrazione dei muscoli addominali, funzionale alla spinta verso l’alto della gabbia toracica che fa alzare la colonna, situazione indispensabile per costruire quella condizione posturale che consente un corretto stretching.
2. Cessione alla gamba:

( cessione alla gamba da una pista parallela)
Nella cessione alla gamba il cavallo “ cede” all’azione della gamba isolata e si sposta lateralmente nella direzione opposta a quella della gamba isolata , con le spalle che precedono leggermente le anche, incrociando gli arti anteriori e posteriori con una cadenza regolare, , rimanendo perfettamente diritto dalla testa alla coda.( in competizione va presentata con un leggero piazzamento interno; mentre in esercizio, per la sua massima utilità dal punto di vista della ginnastica, va eseguita senza alcuna flessione, nemmeno alla nuca).
Può essere eseguita:
-sulla diagonale,
-a partire da una pista parallela

( cessione alla gamba sulla pista e sulla diagonale)
Accordo degli aiuti nella cessione alla gamba:
- Azione della gamba ( interna rispetto alla linea dello spostamento laterale) isolata
- Mani parallele a corridoio pronte a correggere le spalle ( inviandole nella linea dello spostamento se non precedono leggermente le anche con la redine interna d’appoggio o riportandole davanti alle anche nel caso precedano troppo le anche con la redine esterna d’appoggio; la redine esterna controlla che il cavallo resti diritto inibendo la flessione, quella interna tende a cedere leggermente )
- Il peso agisce con un effetto traente nel senso dello spostamento ( cioè esterno alla linea dello spostamento per favorire lo spostamento laterale).
- Lo sguardo nel senso di marcia
Se ben eseguita, è un esercizio utile, oltre che a favorire uno stato di mobilità ed equilibrio importanti a generare le condizioni per un buono stretching, a sviluppare la regolarità e il tempo di sospensione.
[ Molto utile come ginnastica ulteriore sulla base della cessione alla gamba può essere l’esecuzione zig/zag di cessioni – vedi immagine]
A livello biomeccanico mobilizza le spalle e le anche ( articolazione coxofemorale dell’arto interno in adduzione), consentendo di far lavorare i muscoli pettorali, tricipiti, deltoidi e glutei, bicipiti femorali, semitendinosi, ileopsoas. Come sempre accade nella mobilizzazione delle anche con ingaggio del posteriore viene stimolata la contrazione dei muscoli addominali che, alzando la gabbia toracica, porta a far alzare la schiena del cavallo a livello delle vertebre toraciche. Questa stimolazione è molto accentuata nel lavoro su due piste.
3. Spalla avanti / contro spalla avanti:

E’ la prima e più elementare forma di spalla in dentro ( controspalla se eseguita con la flessione esterna alla cavallerizza). – vedi immagine-
La differenza, rispetto alla spalla in dentro, riguarda l’angolo che si genera rispetto alla linea dell’avanzamento creato dallo spostamento delle spalle
( 30° per la spalla in dentro, 15 ° per la spalla avanti).
Daremo qui delle spiegazioni riguardo alla spalla in dentro, ricordando che la spalla avanti è una sua forma iniziale e preliminare, ne ha molte caratteristiche e ne porta molti benefici, senza arrivare alle sue qualità di esercizio propedeutico alla riunione , rimanendo solo un esercizio che stimola, oltre alla flessibilità, l’equilibrio.
“ sintesi di tutti i movimenti di ginnastica che si possono domandare ad un cavallo, la spalla in dentro è la prima e l’ultima lezione da impartirgli”
( Francois De La Gueriniere).

La spalla in dentro ha molti vantaggi:
-permette di ammorbidire il cavallo in tutta la sua lunghezza, dona libertà alle spalle,
-migliora l’equilibrio ( attraverso l’ingaggio deciso del posteriore interno sotto la massa) e l’incurvazione della colonna vertebrale intorno alla gamba interna del cavaliere.
-Favorisce l’ammorbidimento dei posteriori e l’ingaggio degli stessi ( l’anca interna deve abbassarsi per consentire al posteriore interno di passare davanti a quello esterno)
- dona armonia tra posteriori e anteriori
- dona libertà alle spalle ( perché l’arto interno deve descrivere un ampio movimento per poter scavalcare quello esterno)
- dona morbidezza alla colonna vertebrale, attraverso la ginnastica costante delle vertebre
Come agiscono gli aiuti:

- Il corpo del cavaliere deve posizionarsi (anche e spalle ) come il corpo del cavallo: generando flessione e spostamento delle spalle
- Mani parallele ( la redine esterna controlla che non ci sia eccesso di flessione e , agendo in appoggio in eventuale accordo con una leggera redine interna in apertura, sposta le spalle generando l’angolo rispetto alla pista.)
- La gamba interna mantiene i posteriori sulla pista favorendo l’ingaggio del posteriore interno
- La gamba esterna può, in taluni casi, contenere le anche se tendono a derapare
- Peso nel senso dello spostamento ( traente esterno alla flessione)
- Sguardo sulla linea dell’avanzamento
La spalla in dentro non è solo un esercizio di ammorbidimento, ma anche un esercizio di riunione, perché , imponendo di portare il posteriore interno decisamente sotto la massa e davanti a quello esterno, porta l’abbassamento dell’anca interna.
Nella sua forma elementare - spalla avanti - rimane un esercizio di ammorbidimento e di equilibrio.
A livello biomeccanico somma efficacemente il lavoro generato a livello muscolare e articolare dal circolo a quello della cessione alla gamba, aggiungendo agli effetti di ginnastica dello spostamento laterale quelli della incurvazione.

4. Mobilizzazione delle anche nel circolo:
Su un circolo, conservando il piazzamento interno, spostare le anche verso l’esterno: favorisce il lavoro di ammorbidimento sulle spalle e il posteriore interno.
Questo esercizio, così come la cessione alla gamba nel circolo, assommando nel massimo grado i vantaggi del lavoro in circolo e del lavoro su due piste, stimola particolarmente la distensione dell’incollatura, preparando uno stretching corretto ed efficace.

Uso degli aiuti:
- Corpo allineato a quello del cavallo per richiedere una corretta incurvazione
- Mani parallele
- Gamba interna arretrata che agisce come gamba isolata
- Redine esterna che controlla le spalle ( che non perdano la linea del circolo) e che rallenta leggermente la cadenza
E’ importante vegliare che la dimensione del circolo resti costante durante tutto l’esercizio e che le spalle restino sulla linea del circolo e non esagerare l’angolo di spostamento dei posteriori.
Iniziare su grandi circoli, chiedere poche falcate e alternare spesso con momenti di distensione.
A livello biomeccanico vale ciò che si è detto a proposito di spalla avanti / controspalla , tenendo presente che in questo esercizio l’effetto del lavoro del posteriore interno ( in particolare dell’articolazione coxofemorale in adduzione e del muscolo ileopsoas) sull’innalzamento della schiena è ad un alto grado , è particolarmente adatto a creare le condizioni di uno stretching corretto. ( lo stesso avviene nella cessione alla gamba nel circolo)
5. Cessione alla gamba nel circolo:

Consiste nel portare ad allargare un circolo, facendo spostare il cavallo lateralmente con l’azione della gamba interna alla cinghia, conservando la stessa incurvazione, con gli arti interni che scavalcano quelli esterni.
E’ un esercizio che agisce nella logica della mobilizzazione delle anche nel circolo, sommando al suo massimo grado i benefici di tutti gli esercizi di ammorbidimento laterale di base di cui abbiamo parlato.
Favorisce la decontrazione, l’equilibrio, il tempo di sospensione; prepara ottimamente un buono stretching.
Anche in questo caso, accontentarsi inizialmente di poche falcate e intervallare sovente con momenti di distensione.
A livello biomeccanico , somma gli effetti di ginnastica della cessione e del circolo al massimo livello.
N. B. : per cavalli e cavalieri con una certa esperienza è molto utile la somma di mobilizzazione delle anche nel circolo alternata a variazioni di ampiezza nel circolo
6. Otto e serpentine:

Sono esercizi che stimolano in particolare lo stretching laterale e favoriscono l’equilibrio.
IN TUTTI GLI ESERCIZI DI AMMORBIDIMENTO LATERALE LA QUALITA’ DELL’ANADATURA E’ LA PRIORITA’ ASSOLUTA. SE IL CAVALLO SI BLOCCA , SI INDURISCE, PRECIPITA, SIGNIFICA CHE L’ESERCIZIO NON E’ ADATTO, E’ MAL PREPARATO O MAL DOMANDATO.
IN QUESTI CASI E’ NECESSARIO INTERROMPERE, PERCHE’ UN ESERCIZIO MAIL FATTO E’ NOCIVO.
INOLTRE RICORDARE DI NON ABUSARE DEGLI AMMORBIDIMENTI LATERALI, ACCONTENTARSI DI MINIME RISPOSTE, INTERVALLANDO SPESSO CON AMMORBIDIMENTI LONGITUDINALI, SOPRATTUTTO DISTENSIONE.
“ E’ solamente con dei metodi razionali, e dolci, che non comportino alcuna azione brutale, che si può ottenere dal cavallo sottomissione ed equilibrio psicofisico” ( Nuno Oliveira)
Bibliografia:
Echelle de progression - Federazione Francese Sport Equestri
Testo Guida per la formazione degli istruttori - FISE
Posture and performance; principles of training from the anatomical perspective - Gillian Higgins
Biomeccanica e allenamento - Jean Marie Denoix
Dressage: enseigner, entrainer, coacher - Alizèe Fromment , Mathieu Gautier
Alla ricerca dell'equilibrio: principi classici per la performance del cavallo - Gerd Heuschmann
Pratical application of the most recent discoveries on the biomechanics of the horse's vertebral column - Jean Lui Cornille
Les assouplissements du cheval - Guillaume Henry
La palestra del cavallo - Gustav Steinbrecht
Opere complete - Nuno Oliveira
Questioni equestri - Alexis L'Hotte
Centered Riding - Sally Swift
Equitazione ragionata - Licart
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