QUARTA LEZIONE: LA COMUNICAZIONE EFFICACE…PERCHE’
- elenateresf
- 13 apr 2020
- Tempo di lettura: 10 min
Aggiornamento: 2 mag 2020

Prima di addentrarci nel grande capitolo delle decontrazione ( secondo punto della scaletta del training), ritengo utile e importante affrontare il tema della comunicazione efficace con il cavallo.( almeno dare gli accenni fondamentali all'argomento per mettere la curiosità di andarlo ad approfondire....la materia è immensa).
Questo perché, per affrontare in modo produttivo il lavoro di decontrazione fisica risulta molto importante potersi mettere nella miglior condizione possibile dal punto di vista della decontrazione psicologica.
Perchè un cavallo possa essere psicologicamente decontratto è importante che si senta sicuro.
Ora, per capire come sia possibile creare una relazione con il cavallo che lo aiuti a sentirsi sicuro, è importante dare alcuni cenni su quelle che sono le caratteristiche del cavallo come animale sociale di branco e quali sono le sue priorità ( tutte conoscenze che ci derivano dagli studi degli etologi).
Come tutti sanno , il cavallo è un animale erbivoro predato che , in natura, vive in strutture sociali organizzate che chiamiamo BRANCO.
Il branco è una struttura sociale che presenta al suo interno una vera e propria struttura gerarchica, a capo della quale ci sono due figure che ricoprono la funzione di LEADERSHIP: il maschio alfa dominante e la femmina anziana alfa con molta esperienza . Entrambi assolvono alla funzione di leader in contesti differenti: il maschio in contesti di minaccia ( predatori o tentativi di intrusione nel branco da parte di individui estranei), la femmina anziana dirige e guida il branco per tutto ciò che concerne l’attività di mantenimento ( scelta dei pascoli, fonti d’acqua, scelta dei luoghi di stazionamento).
Questo ci permette di capire che l’individuo che funge da leader all’interno del branco può cambiare a seconda del contesto e che il gruppo segue il cavallo che nel contesto specifico è più adatto a fare il leader.
Inoltre, la figura del leader ( sia maschio che femmina) è soggetta ad avvicendamenti nel corso del tempo, grazie a dinamiche di spodestamento che vengono attuate da parte di altri soggetti presenti nel branco che possono arrivare a spodestare il leader in carica nel momento in cui non ha più la forza di mantenere il suo ruolo. E immediatamente l’intero branco si assoggetta al nuovo leader.
Questo ci dice che i cavalli hanno per natura la CAPACITA’ DI OPERARE RICONOSCIMENTO SOCIALE E INDIVIDUALE E CHE HANNO PER NATURA LA NECESSITA’ DI AVERE UN LEADER O DI ASPIRARE A DIVENTARLO.

Questa considerazione è la prima che ci fornisce uno strumento fondamentale di comprensione della psicologia del cavallo, per capire con quale modalità approcciarci a lui e comunicare in modo efficace.
Il secondo elemento fondamentale per capire la psicologia del cavallo, è avere chiaro quali sono le sue PRIORITA’ PSICOLOGICHE: 1. SICUREZZA, 2.COMODITA’, 3. CIBO.
Si può quindi immediatamente comprendere perché la sicurezza sia così importante e perché diventi la leva primaria su cui lavorare per impostare una comunicazione efficace ; proprio perché sta alla base della piramide delle priorità . Anche la seconda fornisce all’uomo un elemento molto importante da sfruttare nella comunicazione .
Il terzo elemento importante da conoscere per leggere correttamente la psicologia del cavallo , è ricordare che, essendo un erbivoro predato, è un ANIMALE DA FUGA, il cui primo istinto di salvaguardia non è l’attacco ma la fuga.
Riassumendo, dunque, le principali caratteristi psicologiche del cavallo da tener presenti e sfruttare nella costruzione di una comunicazione efficace sono:
1. Animale di branco, portato per natura a ricercare relazioni gerarchiche con necessità di definizione della leadership
2. Animale con priorità psicologiche ben definite e in un ordine ben preciso: sicurezza, comodità, cibo
3. Animale erbivoro predato da fuga
Dunque , avendo chiarito come il cavallo in natura sia organizzato per garantire la sua sicurezza attraverso una struttura sociale dotata di una leadership ben definita, si potrà comprendere come , anche in un contesto completamente stravolto come quello in cui vive un cavallo scuderizzato, sia importante per lui stabilire delle relazioni sociali di tipo gerarchico per sentirsi più al sicuro.
Nel momento in cui il cavallo si relaziona con l’uomo, è con l’uomo che necessità di stabilire tali relazioni gerarchiche, e la capacità dell’uomo di andare a porsi in posizione di leadership consente al cavallo di sentirsi molto più sicuro. Questo per l’uomo è un enorme vantaggio, perché di fatto si trova di fronte un animale enormemente disposto al dialogo e alla comunicazione . Sarà suo compito comprendere quali leve comunicazionali utilizzare per raggiungere questa posizione.

L’uomo, per poter arrivare a ricoprire il ruolo di leader, deve possedere:
1. Determinate caratteristiche emotive e psicologiche
2. Competenze tecniche e manuali ( conoscenza di un linguaggio gestuale efficace e comprensibile per il cavallo)
3. Conoscenza delle caratteristiche fondamentali del cavallo come animale
Adiamo ad analizzare questi punti uno alla volta:
QUALITA’ PSICOLOGICHE DEL LEADER
Partiamo dal presupposto che il cavallo, per sua natura ( come abbiamo evidenziato poco fa) ha una elevatissima capacità di operare riconoscimento sociale e individuale.
Questo lo rende altrettanto istintivamente capace di “ sentire” l’uomo che ha di fronte, di percepire la sua qualità emotiva ed è in grado di operare delle distinzioni e fare dei paragoni tra un uomo e l’altro( questo spiega perché atteggiamenti a volte così differenti da parte dello stesso cavallo, a seconda di chi ha di fronte). In questo ha una innata capacità di sentire e comprendere che tipo di uomo ha di fronte molto più sviluppata rispetto a quanto non sappia fare l’uomo con il cavallo.
L’uomo dovrà intraprendere un lungo percorso di comprensione, ma prima ancora che del cavallo, di se stesso, per poter acquisire il giusto atteggiamento mentale che gli consenta di raggiungere le qualità del leader.
Le principali caratteristiche del leader ( e non solo nelle relazioni con il cavallo!!!!) sono:
-atteggiamento assertivo
-calma interiore
-controllo delle emozioni
Per atteggiamento assertivo, intendiamo quella capacità di operare con positività e sicurezza nell’ambito di scelte chiare e consapevoli, senza imporsi ma con la determinazione propria di chi sa esattamente quale strada sta percorrendo. Un atteggiamento simile è evidentemente figlio di competenze acquisite che aiutano proprio ad avere quella sicurezza di cui si parla, ma è anche figlio di una spiccata capacità di mettere in discussione, all’occorrenza, le proprie convinzioni, senza per questo mettere in discussione la propria identità.
La calma interiore è molto connessa al concetto di assertività e decisamente legata alla capacità di autostima.
Il controllo delle emozioni è la risultante di tutto questo. Un leader deve essere in grado di non cadere mai in balia dell’emotività, deve sapersi porre in modo neutro di fronte alla situazione che ha di fronte ( potremmo parlare di un distacco partecipativo), non deve avere preconcetti o pregiudizi.
Le emozioni che sono assolutamente da bandire quando si cerca di stabilire una relazione di leadership sono: rabbia, nervosismo, aggressività, insicurezza, frustrazione, impazienza, paura. Tutti sentimenti che non sono propri di un leader e che , per di più, scatenano una adrenalina che ci identifica immediatamente come predatori.
Tutte queste forme di emotività generano nel cavallo per lo più paura e insicurezza.
Nel caso di cavalli molto dominanti e aggressivi, ci pongono in posizione subalterna, innescando atteggiamenti di prevaricazione.
E’ importante non confondere la risoluta fermezza del leader, con l’aggressività rabbiosa del predatore frustrato.
Questo necessita di un GRANDE EQUILIBRIO e UNA GRANDE CAPACITA’ DI ANALISI DI SE’ E DEL CAVALLO che si ha di fronte.
Dunque, l’uomo che voglia intraprendere una strada di comunicazione efficace con il cavallo, creando una relazione di leadership, si trova a dover fare un grande sforzo di consapevolezza ( di sé e dell’argomento), autocontrollo e assunzione di responsabilità. DUNQUE SI TROVA DI FRONTE AD UNO SFORZO DI GRANDE CAMBIAMENTO
Le necessità , in sintesi, dell’uomo che si pone di fronte ad un cavallo con la volontà di arrivare ad una comunicazione efficace sono dunque:
- Sapersi mettere nei panni del cavallo senza perdere di vista il ruolo di leder
- Saper mettere in discussione le proprie convinzioni di volta in volta di fronte alle situazioni senza perdere la propria identità
- Non essere coinvolto emotivamente, ma partecipare a ciò che sta avvenendo ( distacco partecipativo)
- Essere convinto che il risultato arriverà, ma sempre disponibile a riconsiderare le strade per arrivarci

COMPETENZE TECNICHE E MANUALITA’ PER COSTRUIRE UNA CORRETTA COMUNICAZIONE BASATA SULLA LEADERSHIP
Per comunicare in modo efficace con il cavallo sono necessarie delle competenze tecniche, delle manualità, che riguardano soprattutto la gestione del proprio corpo, che è lo strumento con cui possiamo dialogare con il cavallo non solo in sella, ma anche e soprattutto quando siamo a terra.
Per capire questo concetto e come si è arrivati a creare una sorta di linguaggio corporeo che ci permette di farci riconoscere dal cavallo come aspiranti leader, dobbiamo sapere che in natura i cavalli comunicano fra di loro proprio utilizzando macro e micro segnali del corpo, nonché lo sguardo e l’energia. Tutti strumenti che l’uomo deve imparare a utilizzare e gestire correttamente.
La logica attraverso la quale il linguaggio del corpo consente ai cavalli di capire chi fra di loro è o sarà il leader nel momento in cui si incontrano, è quella della capacità di spostare l’altro nello spazio e non farsi spostare e del non far invadere il proprio spazio vitale se non lo si vuole. Il tutto agendo con il miglior tempismo
( in una relazione di branco il cavallo che sposta l’altro e che è più veloce nel farlo, è il leader).
Quindi, l’utilizzo del corpo da parte dell’uomo deve perseguire come obiettivo la possibilità di gestire il movimento del cavallo (“ il leader è colui che controlla il movimento, non lo costringe” – Claudio Bonati).
Se l’uomo, con l’utilizzo corretto del corpo, riesce a ottenere la gestione del corpo del cavallo ( vale a dire determinare che non invada il nostro spazio vitale se non vogliamo, che si muova o stia fermo nel momento in cui noi lo indichiamo, che mantenga una certa andatura e una certa direzione di movimento a nostra richiesta) e tutto questo senza utilizzare alcun sistema coercitivo e a distanza , acquisisce la posizione del leader, perché è il cavallo stesso ad avergliela accordata.
L’utilizzo del corpo con questo scopo si fonda sostanzialmente sull’utilizzo delle pressioni ( o stimoli).
[ definizione di pressione: è ogni apprezzabile variazione dell’ambiente che circonda l’animale e che provochi una risposta , cioè che inneschi un comportamento conseguente].
Dalla definizione possiamo dunque ben capire che qualsiasi azione del nostro corpo che generi una reazione è di fatto una pressione e che , quindi, si determina come comunicazione , che noi ne siamo consapevoli o meno.
La competenza e la manualità da raggiungere, dunque, è un utilizzo del nostro corpo come fonte di pressioni del tutto consapevole e mirato alla comunicazione efficace, mirato, cioè, ad ottenere la gestione del movimento del cavallo che ci rende leader.
L’uso del nostro corpo a questo proposito riguarda la posizione del corpo nello spazio rispetto a quello del cavallo ( si potrebbe parlare di vera e propria prossemica, cioè la definizione della distanza nello spazio come fatto comunicazionale);
il tipo di variazioni della nostra posizione nello spazio rispetto al cavallo, quando, come e perché;
la postura :come disponiamo le nostre parti del corpo e come le usiamo, e quando e perché ( si potrebbe parlare di assetto anche nella comunicazione da terra);
lo sguardo ( è una pressione molto importante e spesso dimenticata); l’uso della respirazione ( per gestire correttamente le variazioni di energia dentro di noi, che i cavalli percepiscono moltissimo).
Tutto questo corredato da un corretto tempismo
Avere un corretto tempismo non significa in alcun modo avere fretta.
Il tempismo è la capacità di mettere in atto una o più azioni del corpo (posizione nello spazio, postura, sguardo, energia) nel momento giusto, per il tempo necessario all’ottenimento della risposta e subito interrompere la pressione. In via generale , l’atteggiamento fisico deve rispecchiare quello mentale: calma e lentezza, mantenendo una estrema velocità di reazione.
Interrompere una pressione nel momento opportuno è fondamentale per due aspetti:
- La comodità è la seconda priorità psicologica del cavallo e nel momento in cui si interrompe una pressione si passa da uno stato di scomodità ad uno di comodità e questo, per il cavallo , è un rinforzo positivo; vale a dire che il cavallo comprende che se reagisce in un dato modo ad una pressione la stessa si interromperà riportandolo ad una situazione di comodità e quindi sarà stimolato a riproporre la stessa situazione in modo solerte all’arrivo della pressione ( distinguere il rinforzo , che avviene nell’azione, dalla ricompensa che arriva dopo l’azione e non consente al cavallo di comprendere)
- Perché i cavalli , nelle loro relazioni reciproche, determinano i rapporti di leadership a partire dalla velocità di reazione e non agiscono mai per un tempo superiore alla necessità
( cioè l’ottenimento dello scopo che aveva generato l’azione)
Per quanto riguarda l’uso del corpo come fonte di pressioni dobbiamo tener conto anche della capacità di saper commisurare l’intensità della pressione alla velocità di risposta, con la stessa logica con cui si usano gli aiuti in sella.
L’obiettivo è arrivare ad ottenere risposte immediate e ben definite alla minima gestualità; questo significa essere stati pienamente accettati come leader: Ricordandosi, però, che è spesso necessario, per arrivare a questo obiettivo, alzare l’intensità in caso di mancanza di risposta.

CONOSCENZE DELLE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEL CAVALLO COME ANIMALE DI BRANCO, ERBIVORO, PREDATO
Questo aspetto, per essere sviluppato, richiede curiosità, volgia di informarsi, studio.
Conoscere meglio le caratteristiche del cavallo aiuta a comprenderlo nei suoi atteggiamenti e nelle sue reazioni, e dunque ad evitare da un lato di umanizzarlo, dall’altro di “ accusarlo” di errori e incomprensioni di cui non è responsabile, e infine di accettarlo per quello che è, un animale che ha come istinto fondamentale la fuga e una enorme necessità di esprimere movimento. Questo significa capire e poi mettere in pratica che, per essere leader, bisogna arrivare a gestire il movimento, ma a non costringerlo né inibirlo, trovando quel giusto ma difficile equilibrio che permetta al cavallo di esprimere anche il suo istinto di fuga.
La capacità acquisita, dunque, di usare correttamente il corpo e nel corretto tempismo per gestire il corpo e il movimento del cavallo, è ciò che ci consente di acquisire il ruolo di leader.
E’ importante ricordare che i cavalli necessitano di stabilire delle relazioni gerarchiche ogni giorno e non appena entrano in contatto con un altro soggetto, dunque anche con l’uomo.
Ed è altresì importante ricordare che la comunicazione inizia quando andiamo a prendere il cavallo nel box o nel paddok e si conclude quando lo riportiamo. Non solo durante il lavoro specifico.
E’ infine fondamentale ricordare che atti comunicazionali sono tutte le azioni del corpo che provochino una reazione, una modifica del comportamento precedente ( pressioni) che ne siamo consapevoli o meno. E dunque, per una comunicazione corretta ed efficace , è importante essere sempre consapevoli dell’uso del proprio corpo ed operare su di esso un attento autocontrollo.
Tutti i gesti istintivi, inconsulti, involontari, sono comunque comunicazione, ma non efficace e non produttiva nella maggior parte dei casi.
Sui dettagli , poi, di come usare le pressioni per ottenere reazioni desiderate, con un corretto tempismo e una corretta intensità, è necessaria una trattazione in campo, per vedere concretamente posizionamenti nello spazio, scelte posturali, direzionamento dello sguardo, uso della respirazione per cambiare qualità dell’energia e conseguenti reazioni da parte del cavallo
Per arrivare ad innalzare tutte queste capacità è necessaria una lunga pratica, fatta di ripetizione e osservazione del cavallo nei suoi atteggiamenti e nelle sue reazioni; una lunga frequentazione di molteplici diversi soggetti, per arrivare a capire che ogni cavallo ha una sua disposizione caratteriale molto ben precisa e una sua storia particolare e per questo la scelta delle strategie comunicazionali dovranno essere adeguate e corrispondenti a rischio di fare grandi sbagli; una attenta osservazione del cavallo anche al di fuori dei momenti di relazione; una disponibilità di tempo consistente; una capacità di accettare sconfitte e insuccessi senza perdersi d’animo molto spiccata.
Concludiamo questa brevissima introduzione ad un argomento pressochè infinito come quello della comunicazione tra uomo e cavallo, con una frase di un horseman ante litteram, Francois Baucher, grande classico dell’equitazione tradizionale francese, che visse alla fine del 1700 e che si impose come grande innovatore rispetto all’equitazione vigente fino a quel momento
“Il cavallo ha la percezione, così come la sensazione, la capacità di comparazione, e il ricordo; dunque ha il giudizio e la memoria; e dunque l’intelligenza”
Bibliografia:
Cavalli allo specchio - Paolo Baragli, Marco Pagliai
Horses' responses to variation in human approach - Birke, Hockenhull, Creighton, Pinno, Mee, Millis
Relationship and communication in socially natural horse herds - Cambridge University Press
How horses see the world: humans as significant "object" - Fureix, Jego, Sanney, Hausberger
Limb preferences and lateralization of aggression, reactivity and vigilance in feral horses - Animal behaviour
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