COMPITI A CASA
- elenateresf
- 28 mar 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Rebecca scrive:
Ciao Elena, anche io ho pensato a qualcosa. In realtà ne ero già a conoscenza però non mi è mai stato così chiaro come nell ultimo periodo (quando ancora si riusciva a montare).
"si può essere dei bravi cavalieri solo se si è padroni delle proprie emozioni". BENE, non c'è niente di più vero, se noi abbiamo Paura , il cavallo avrà ancora più paura di noi, se siamo arrabbiati per un qualcosa riguardante la nostra vita "extra scuderia", il cavallo sarà inquieto e nervoso, e così via.
Forse per la mia esperienza con la mia prima cavalla, così fredda e maestra, non ho mai dovuto fronteggiarmi con le mie emozioni perché quasi non faceva differenza, ma ora con un cavallo forse più sensibile è una dura lotta quotidiana.
E questo problema delle emozioni incontrollate che si traducono in muscoli tesi involontariamente e in distrazioni, sono ancora peggio forse se già di per sé non hai l'atteggiamento da leader.
La mia domanda è forse banale e probabilmente la risposta è ovvia per molti, ma come faccio a controllare le mie emozioni e metterle quasi a tacere, dimostrando sicurezza e autorevolezza, quando di per sé io non ho queste caratteristiche? Si può davvero cambiare così drasticamente?
MIA RISPOSTA:
Ciao Rebecca, intanto grazie per aver aderito all’iniziativa, le cose che scrivete danno sempre spunti importantissimi di ulteriori riflessioni.
Tu dici due cose molto importanti in questa email:
Intanto che ti sei resa conto, mai come ora, dell’importanza del controllo delle emozioni. E te ne rendi conto solo ora perché hai di fronte un cavallo che te lo fa notare, mentre la tua precedente cavalla non ti aveva mai posto il problema in modo così evidente.
Qui c’è già un importante spunto di riflessione sul fatto che i cavalli sono veramente molto molto diversi uno dall’altro, che ci sono soggetti che per indole e esperienze fatte quasi non mostrano ciò che invece con altri soggetti diventa tanto importante da essere fondamentale.
Resta che anche con soggetti diciamo “ più semplici” una gestione consapevole delle emozioni può portare a ottenere ancora più ascolto e complicità e magari scoprire livelli di comunicazione che si credevano impossibili.
Con i soggetti che lo esigono diventa fondamentale e non opzionale riuscire a ottenere la gestione delle emozioni e lavorare su una corretta costruzione del ruolo di leadership .
Come fare, chiedi più che giustamente tu.
Per nulla semplice o scontato.
Qui entriamo in un discorso un pò spinoso, ma di capitale importanza.
Tra le sfere di allenamento di un cavaliere non c’è solo quella fisica, il miglioramento delle abilità e competenze tecniche, l’acquisizione di nozioni teoriche, ma anche e sopratutto l’ALLENAMENTO MENTALE.
L’allenamento mentale è materia studiata dalla psicologia positiva, branca della psicologia piuttosto recente (padre ne è lo psicologo Gardner , che negli anni 80 dà vita alla teoria delle intelligenze multiple), su cui si poggiano le tecniche di training autogeno, ormai considerate indispensabili in ambito sportivo.
E’ una materia molto lunga , che conto di inserire nelle lezioni dedicate alla comunicazione etologica, dove voglio affrontare una parte sulla psicologia umana, perché va da se che la leadership si può costruire solo partendo da un lavoro su se stessi, prima ancora che sul cavallo.
Lì cercherò di spiegare i concetti di base della psicologia positiva che possono essere strumenti di fondamentale importanza nell’allenamento mentale che può consentire di operare su di sé dei grandi cambiamenti che, si badi bene, poi hanno effetti molto positivi non solo in ambito equestre, ma in tutte le sfere esistenziali.
Spero di aver risposto almeno in parte alla tua ottima domanda, andrò nello specifico nel corso della lezione dedicata.
Grazie ancora
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