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Compiti a casa

  • elenateresf
  • 27 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Cara Elena, 

ecco i miei pensieri a ruota libera.

Il fatto che sia il cavallo che l'uomo siano animali di branco (per l'uomo diremmo "sociale") mi ha portato a chiedermi, per esempio, che tipo di animale umano sono io, e ammesso che si possa semplificare in due categorie come fai tu per i cavalli nella lezione, direi che escludo di essere un leader. Sono quindi un tipo "gregario", sul livello di ansia e di insicurezza direi che siamo in un continuo work in progress :-)

Mi domando quindi se il fatto di essere io un tipo "gregario" in una società umana, o comunque non leader, influisca nel mio rapporto con il mio cavallo, anzi cavalla. L'importante dovrebbe essere che tra noi due il leader sia io.... Ma ho l'impressione che - partendo con questi presupposti - ci sia già un lavoro in più da fare. 

Se guardo indietro ai miei progressi nel rapporto con il cavallo vedo comunque che la possibilità di sentirsi sicuri, di eliminare la paura, di trattarlo con serenità e calma passa molto attraverso la conoscenza: non conoscendo le ragioni di un determinato comportamento dell'animale, è più facile avere paura, spaventarsi o rimanere sorpresi e avere reazioni negative. Per questo ti ringrazio per ogni occasione come questa e per tutto quello che ho potuto imparare in questi anni, praticando e - molto - osservando.

Un'altra cosa che mi è venuta in mente leggendo la parte che riguarda l'allenamento è questa: ogni cavallo è un individuo con le sue particolarità fisiche. Vi sento spesso dare giudizi sulla morfologia dei cavalli che ci sono al Duende e non sempre capisco bene... ma se ogni cavallo è diverso, la sua morfologia gli rende più facile fare determinati esercizi/movimenti piuttosto che altri. Domanda: non dovrebbe cambiare l'allenamento, la scaletta del training, a seconda del fisico del cavallo? C'è una scaletta quindi che vale per tutti? E come si fa a capire cosa è più congegnale a un determinato cavallo e cosa no? Devo insistere allenandolo facendogli fare qualcosa per cui morfologicamente non è portato o devo assecondare la sua fisicità?

QUESTO MI HA SCRITTO PAOLA; DI SEGUITO LA MIA RISPOSTA

Innanzi tutto ; grazie per aver aderito all’iniziativa del compitino. Vedere le vostre email è molto interessante.

Andiamo per ordine:

Interessante la tua riflessione riguardo al fatto di autoanalizzarsi per capire che tipo di “umano” si è.

Molto importante capirlo, accettarlo per poterci lavorare sopra.

I cavalli, per sentirsi sicuri, guidati, in qualche modo protetti e dunque affidarsi con fiducia all’uomo, hanno bisogno di quello che in comunicazione si chiamerebbe un leader autorevole ( non autoritario!).

L’autorevolezza è figlia della sicurezza in se stessi e la sicurezza in se stessi, quasi sempre, è figlia della consapevolezza che discende dalla conoscenza.

Un leader autorevole è assertivo e non impositivo.

Non si sente frustrato dalla paura di sbagliare, perché, anche se è in grado di mettersi in discussione e deve farlo, è convinto e sicuro delle sue linee guida. E se avverte di doversi mettere in discussione, lo fa serenamente, perché sa che troverà la strada migliore.

In buona sintesi, un leader carismatico e autorevole infonde sicurezza, di lui ci si può fidare e quindi dona serenità.

I cavalli hanno bisogno di questo, che siano dominanti o gregari.

Lavorare su questo trovo che dia grandi stimoli non solo a livello equestre, ma anche umano.

In generale consiglio, come training per perseguire questa strada, la calma, la riflessività, la disponibilità a mettersi in discussione , la curiosità, lo spirito critico costruttivo, la pratica dello studio per acquisire conoscenza. Mai darsi per vinti. Sbagliare è normale e non è un delitto. Ci si può sempre e comunque correggere.

Indubbiamente, anche se non sei magari naturalmente un umano leader, aumenterai la tua sicurezza e guadagnerai punti importanti sulla strada della leadership.

Molto interessante anche la domanda su come la morfologia influenzi l’addestramento/allenamento.

Certo! E’ un aspetto da tenere in grande considerazione.

E’ una delle ragioni per cui con i cavalli ci vuole grande esperienza, e se non la si ha, è importante farsi consigliare da persone di comprovata esperienza.

La scaletta del training, per lo meno fino al quinto punto, va perseguita come linea guida e obiettivo con ogni cavallo. Sarà sicuramente di aiuto e migliorerà finanche difetti fisici e morfologici.

Quello che cambierà moltissimo sono le tempistiche.

Cavalli con morfologie atletiche saranno molto più rapidi nel raggiungimento degli obiettivi, rispetto a cavalli con carenze o difetti.

Quello che non bisogna mai fare è forzare le tappe e accelerare i tempi.

Le tempistiche le detta il cavallo, non l’addestratore.

Un addestratore attento, sensibile e consapevole sarà in grado di rendersene conto e non anticiperà i tempi o saprà prontamente fare un passo indietro.

La regola da seguire è sempre e comunque leggere le reazioni del cavallo alle richieste, analizzarle, stare con gli occhi aperti, osservare. Solo così si potrà restare sempre rispettosi .

Spero di averti risposto!

Grazie ancora di aver partecipato.

A presto

Scusa, magari sono domande banali, ma hai detto che possiamo.... :-)


Grazie, ciao!


Ecco, 

 
 
 

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